[108] Quid, quod eiusdem hominis in meum, aliae aliae in tuum; quid, quod earum rerum, quae numquam omnino fuerunt neque esse potuerunt, ut Scyllae, ut Chimaerae; quid, quod hominum, locorum, urbium earum, quas numquam vidimus; quid, quod, simul ac mihi collibitum est, praesto est imago; quid, quod etiam ad dormientem veniunt invocatae. Tota res, Vellei, nugatoria est. Vos autem non modo oculis imagines, sed etiam animis inculcatis: Tanta est inpunitas garriendi. At quam licenter.
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108. Come si spiega che della stessa persona tu ed io abbiamo una immagine diversa, che giungono a noi
immagini di esseri che non sono mai esistiti n? avrebbero potuto esistere come quelle di Scilla e di Chimera o di
uomini, luoghi e citt? che non abbiamo mai visto? Come si spiega che l'immagine ? sempre l? pronta a presentarmisi
non appena io lo voglia o che le stesse immagini si presentano anche a chi dorme senza essere chiamate? Gli ? che la
vostra ? una dottrina da burla, ma tanta ? la spavalderia delle vostre ciarle che, non contenti delle immagini visive, ne
immaginate anche delle spirituali. E con quanta arbitraria tracotanza! voi dite:
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